PERCHE' SVEGLIARSI?

Perché svegliarsi” è un progetto comune, a quattro mani, che nasce per la mostra tenutasi presso la Mannheimer Kunstverein Martin Stather nel 2006 e riproposto nel 2007 per l’omonima mostra presso la Galleria Arte ed Altro di Gattinara. Per l’Antico Lavatoio è stato ulteriormente sviluppato coinvolgendo due dei quattro elementi cosmogonici ovvero lo spazio aereo del sottotetto e l’acqua corrente della vasca.

Le "Testine" addormentate e colorate di Cella sono dolcemente adagiate sulle nuvole in cui in passato Bonomi aveva collocato i suoi molti “Sogni” e i “Castelli in aria”. Altre testine rosse e blu affiorano a pelo d’acqua, sempre dolcemente dormienti e come testimoni reali di un “Mondo sommerso”1 precedentemente immaginato e solo plasticamente rappresentato dall’artista. Se Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni2 di cosa siamo fatti? ci si chiede di fronte a quest’opera che restituisce tutto l’incanto del tempo che trascorriamo nella nostra “seconda vita” onirica.

In questo lavoro c’è una memoria de La Muse endormie3 di Brancusi, un’assonanza di senso, ma ci si rende subito conto della dimensione plastica totalmente diversa. I lineamenti non emergono per movimenti appena accennati della superficie come nella Musa ma per una modellazione che la resina rende, volutamente, antifigurale, forse antigraziosa4, sicuramente contemporanea.

Attraverso forme tangibili il sonno in vetroresina è rappresentato nella sua relazione con i sogni di poliestere in un gioco di rimandi che ci fanno chiedere: “perché svegliarsi” se, come dice Baudelaire5, meglio della vita / è certo il sonno, un sonno dolce come / la morte?

Fabrizio Parachini

1 Gianni Cella aveva già pensato all’immersione dei suoi personaggi in un mondo liquido ne “Lo spirito del lago” ma soprattutto compie una specie di certificazione con "Il mondo sommerso di Gianni Cella" per il MAS di Ravenna nel 2021.

2 William Shakespeare, La Tempesta, atto IV, scena I.

3 Costantin Brancusi, La Muse endormie (Musa dormiente), 1910. Versione in bronzo e in marmo bianco.

4 Il riferimento è all’opera pittorica di Carlo Carrà Antigrazioso, Bambina, 1916.

5 Charles Baudelaire, Le Léthé, in: Les Epaves, Paris, 1866.